Circondati dalla plastica

Come sopravvivere in un mondo di plastica

Vi ricordate la canzone degli anni ’90: “I’m a Barbie girl, in the Barbie world
Life in plastic, it’s fantastic...”? Sembrava una buffa canzoncina allegra. Ma adesso rischia di diventare la nostra realtà. Mettendo le mani avanti, anticipo che non voglio parlare di ecologia. Vediamo invece come senza accorgersene siamo stati circondati dalla plastica.

C’era una volta…

Se ci penso alla mia infanzia, ricordo che gli oggetti di plastica in casa dei miei genitori erano pochissimi. Spazzolini da denti, le bambole e tubetti di dentifricio. E non si tratta di 100 anni fa, ma di qualche decina di anni. La plastica è stata inventata negli anni ’30, ma all’inizio il suo uso era molto limitato. Si producevano i vinili, ad esempio. Poi piano piano l’uso della plastica cresceva. Non sto a raccontarvi tutta la storia della plastica che potete leggere qui. Qui ci occuperemo delle conseguenze di questa plastificazione della realtà è la sopravvivenza in un mondo di plastica.

Un giorno senza plastica

Recentemente mi sono chiesta se è possibile passare almeno un giorno senza venire a contatto con la plastica. Sono giunta alla conclusione, che attualmente questo non è possibile. Non passa il giorno in cui non tocchiamo la plastica. Cellulari, computer, penne per scrivere, tastiere, accessori d’ufficio e articoli per la scuola, spazzolino da denti, spazzola per capelli, barattoli, bottiglie, biciclette, macchine, portachiavi sono tutti fatti di plastica. Ma non solo, siamo finiti anche ad indossare la plastica. Si, perché oramai un tessuto fatto dalla plastica riciclata non è una novità.

Circondati dalla plastica
Circondati dalla plastica.

Sono entrata in un sito che produce i tessuti dalle bottiglie di plastica. E guardate cosa scrivono:

Azienda X (nome cambiato) è una fibra tessile sintetica creata con bottiglie di plastica riciclata. Un nylon ecologico che sfrutta risorse esistenti e abbondanti come la plastica, per ottenere una fibra ecologica, di alta qualità, e prodotta in modo sostenibile. Possiamo considerarlo come uno dei primi tessuti riciclati.”

Questa azienda inoltre come lo slogan ha le frasi: “Vesti la natura. Scegli la moda sostenibile”. Da quando indossare la plastica sarebbe “vestire la natura”? Per me i tessuti naturali rimangono cotone, seta e lino, ad esempio. E poi sinceramente, il pensiero di dover indossare la spazzatura di qualcuno non mi piace. Anche se presentata con uno slogan d’impatto. Non mi fa stare bene.

Moda post-apocalittica

Circondati dalla plastica
Circondati dalla plastica

D’accordo, il titolo è troppo forte, ma la moda post pandemica non è umana. La plastica che ha riempito i negozi di abbigliamento e le passerelle si addice meglio agli cyborg. Di certo un robot non potrà mai avere un’allergia alla plastica.

Gli indumenti di materiali sintetici spopolano. I negozi sono strapieni di abiti in tessuti tecnici. Non si sa piu dove andare a cercare un maglione di kashmir o i calzini di lana.

E’ una questione di soldi

Ci dicono che i piumini d’oca non vanno bene, perché le povere oche soffrono. Potrei essere d’accordo e mi dispiace davvero per le oche. Ma, allora dovremmo smettere di mangiare la carne, per essere coerenti fino alla fine. Anche le mucche soffrono, e le galline, e i maiali. Ma i supermercati sono pieni di carne in tutte le salse. C’è anche la carne delle stesse oche, stranamente. Ma soprattutto, quanti dei prodotti che comprate ai supermercati non hanno le confezioni di plastica? Sono pochissimi.

Ma da anni ci ripetono che il problema dell’ecologia è dovuta al uso dei cottonfioc e cannucce di plastica. L’ecologia del pianeta va a farsi benedire per colpa nostra, perché ci teniamo a pulire le orecchie.

Il fatto è che si produce sempre piu plastica per impacchettare qualsiasi prodotto esistente. Ma non lo sentirete dire da nessuna parte. Non conviene sollevare la questione. Perché si potrebbe scoprire che i cottonfioc c’entrano poco e che sia tutta una questione di soldi.

Ogni settimana buttiamo nella spazzatura chili e chili di plastica e sapete cosa? Non si tratta solo di cottonfioc e cannucce. Certo, ce ne sono anche quelli, ma è una misera percentuale. Il grosso consiste nelle confezioni di plastica nei quali era impacchettato il cibo.

Quindi è veramente la colpa delle cannucce e cottonfioc? Certo. Perché nessuno oserebbe dire che le aziende multinazionali dovrebbero smettere di usare la plastica. Perché per loro sarebbe un costo non indifferente inventare una soluzione ecologica e smettere di usare la plastica. Per non perdere i guadagni è meglio instillare il senso di colpa dei poveri mortali di aver pulito le orecchie con il malefico bastoncino e proibire i sacchetti di plastica. Tutte soluzioni “ecologiche” che non danneggiano affari grossi.


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Due pesi e due misure

Circondati dalla plastica
Circondati dalla plastica

Dunque, nonostante tutte le misure prese per “difendere l’ecologia”, la produzione di plastica a livello mondiale non è diminuita affatto. Come se non bastasse, la Tv ci fa vedere il mondo di plastica come un qualcosa a cui aspirare: dai vestiti alle sfilate di moda alle facce e corpi dei Vip. Anche i nuovi cartoni animati sono tutti “plastificati” con dei personaggi così lucidi e perfetti che vivono in un mondo lucido e perfetto. Non c’è niente di imperfetto in questi cartoni animati. Come anche nei film di super-eroi, fantascienza e avventura. Tutto è così perfetto e plastificato. Sembra quasi di sentire l’odore di plastica mentre si guarda la TV.

“Amo Hollywood, disse una volta Andy Warhol. Tutta plastica, ma mi piace la plastica. Voglio essere io stesso di plastica”. Erano gli anni Sessanta. E i designer allora amavano la plastica tanto quanto Warhol, se non di più. Warhol l’amava metaforicamente, e Paco Rabanne, Rudy Gernreich, Pierre Cardin, André Courrèges e produttori di abbigliamento più semplici, letteralmente. Le discussioni sui “vestiti del futuro”, cuciti dai “materiali del futuro”, permeavano letteralmente tutto. Oggi siamo andati oltre: “l’uomo del futuro è diventato uomo della spazzatura“, che brama di indossare il giubbotto che prima era la spazzatura di qualcuno, mangiare il cibo-spazzatura e guardare i programmi-spazzatura.

Così ci siamo ritrovati circondati dalla plastica, letteralmente. Che non sia salutare lo sappiamo tutti. Ma cosa fare?

Come sopravvivere all’invasione della plastica

Come in tutte le cose, ci sono due facce della medaglia. La plastica non è il male assoluto. Ha portato alcuni cambiamenti nella nostra vita che non possiamo negare. Intendo gli oggetti tecnologici fatti di plastica, come computer, cellulari, lampade ecc. Vietare del tutto la plastica ci farebbe tornare indietro di diversi decenni, sempre se sia possibile una cosa del genere. La plastica ormai fa parte della nostra realtà e non se ne andrà. La soluzione di ridurre l’uso della plastica è già stata proposta, ma è evidente che non basta vietare l’uso di sacchetti, cannucce e cottonfioc. Si potrebbe fare di piu.

La maggior parte della plastica che finisce negli oceani proviene dalle confezioni usate per impacchettare il cibo nei paesi industrializzati, come gli Stati Uniti o Cina. Questi paesi esportano la loro plastica in altri paesi del mondo, dove gli imprenditori disonesti li scaricano nel oceano intascando i soldi presi. Bisognerebbe imporre a questi paesi di disfarsi dalla propria spazzatura in casa loro. Sono convinta che le soluzioni si trovano, basta volerlo. Quella di riciclare la plastica copre solo il 9% di tutti i rifiuti. Bisognerebbe in qualche modo ridurre la produzione di plastica non strettamente necessaria, che coinvolga soprattutto le grosse aziende.

Sii consapevole

Ridurre la plastica si può solamente smettendo di produrla, almeno in parte. Ma come si fa? Ognuno di noi può fare la sua parte se vuole vivere in un mondo vero e non plastificato.

  • Cerchiamo di evitare il piu possibile i prodotti di plastica e scegliere quelli naturali e di qualità. Costano un po’ di piu, ma dureranno anche di piu.
  • Evitiamo di comprare i vestiti fatti con i tessuti tecnologici. Perché l’idea di indossare la spazzatura di qualcuno non è bello. Ci sono altri usi possibili della plastica, come ad esempio nella costruzione e riparazione delle strade. L’aggiunta di plastica nel asfalto lo fa diventare molto resistente.
  • Scegliamo il cibo sano come frutta e verdura, carne e pesce, possibilmente biologici. In termini di salute, il buon cibo ti costerà meno. Il cibo-spazzatura è mutagena, non lo sapevi?


Siamo circondati dalla plastica, ma possiamo scegliere di comprare i prodotti naturali, disincentivando così l’uso massiccio dei materiali artificiali. Possiamo essere piu consapevoli nelle nostre scelte. Lo dobbiamo fare per i nostri figli e per le future generazioni. Riprendiamoci il controllo sul nostro mondo. La tecnologia deve essere uno strumento, non uno stile di vita malsano. Non siamo degli cyborg. Siamo figli della Natura.

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