Dove si trova Cloud
Cloud di archiviazione è veramente una “nuvola”?
Dove finiscono i nostri file?
Molto probabilmente utilizzi di già il servizio Cloud, ma sai esattamente di cosa si tratta e dove si trova Cloud? Vediamo come funziona cloud storage e di cosa esattamente si tratta.
Che cos’è l’archiviazione cloud e dove si trova?
Ancora 15 – 20 anni fa computer con una memoria di 200 – 300 GB veniva considerato un lusso che potevano permettersi pochissimi. Negli anni 2000 ampliare la memoria fino a 200 GB sembrava una cosa fantascientifica. Quasi tutto internet era tariffato a MB. Ma i tempi sono cambiati. Sono arrivati i cellulari come iPhone che avevano la memoria fino a 512 GB. Dall’uscita dei primi iPhone sono passati anni e la tecnologia ha fatto passi da gigante.
Oggi per scambiarsi dei file o salvare una grande quantità di dati, non è più necessario utilizzare unità flash, dischi rigidi e cavi. Quindi tutti queste memorie esterne stanno gradualmente diventando un ricordo del passato. Siamo portati sempre di più ad utilizzare un cloud storage.
Dal punto di vista di qualsiasi utente, il cloud storage è un normale servizio Internet. Vai su Internet, apri il sito del servizio e puoi gestire i tuoi file: caricare, eliminare o scaricare. Ma in realtà, tutti i materiali e i documenti sono archiviati su un server, un potente computer remoto costantemente connesso a Internet. Il cloud storage è quindi un archivio online su un server remoto con il quale è possibile interagire. Possiamo archiviare, inviare e ricevere dati come file digitali.
Ovviamente da questo lato del monitor non è visibile l’intera struttura della rete. Quindi cos’è la Nuvola o Cloud e dove si trova? Cerchiamo di capire con quali principi lavorano le “nuvole” e che cosa succede con i dati degli utenti che vengono conservate nella memoria dei Cloud.
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Principi di lavoro dei Cloud
Forse rimarrai sorpreso, ma sapere esattamente come funzionano i servizi di archiviazione Cloud è un’impresa ardua. Ogni compagnia, come Apple, Google o Amazon ha i suoi algoritmi di compressione dei dati, della conservazione e dell’accesso.
Queste informazioni sono considerati confidenziali. Considerando il fatto che l’attività dei hacker ultimamente sta crescendo sempre di più, raccontare i principi esatti di funzionamento non vuole nessuno. Questo perché un’intervista che svela delle particolarità tecniche potrebbe compromettere la sicurezza di petabyte di informazioni.
Nonostante questo esiste uno schema che spiega un funzionamento classico dell’archiviazione di Cloud.
Per avere il servizio di archiviazione è necessario registrarsi presso uno dei fornitori di questo tipo di servizi. Appena la registrazione è terminata, avete l’accesso gratuito ai 5-10 GB di memoria. Dopodiché o si carica manualmente i file nella “nuvola” oppure si installa un Client apposito che automaticamente caricherà i dati dalla directory scelta da voi.
Attualmente esistono una marea di archiviazioni. Alcuna di loro ha dei compiti specifici. Gli uni sono responsabili dell’archiviazione della corrispondenza di messaggi dei messengers. Gli altri – all’archiviazione delle immagini o della posta elettronica. Ci sono Cloud universali, grazie ai quali è possibile caricare i file di ogni tipo e formato.
Centri dati o dove si trova Cloud
In base alle dimensioni le apparecchiature necessarie per l’archiviazione dei dati possono occupare sia una piccola stanza che edifici separati, in termini di superficie paragonabile a veri e propri hangar per aeromobili. Tali luoghi sono chiamati Centri dati.
Per le aziende che forniscono spazio su disco nel cloud, è importante non solo disporre di una capacità sufficiente, ma anche occuparsi di diversi fattori aggiuntivi.
Spazio di riserva
Un data center non può essere costituito da server progettati esclusivamente per una specifica base di clienti. In altre parole si può dire che se 1000 persone utilizzano il cloud alla tariffa di 10 GB, all’azienda non basta garantire 10 TB di capacità di archiviazione, ma deve garantire molto più spazio. Vediamo perché.
Il punto è che i server necessitano di manutenzione periodica. Dal momento che le attrezzature dei server sono fisici, cosiddetto “ferro”, che si consuma, si ricopre di polvere, si surriscalda, si rompe e diventa obsoleto. Ma il cliente deve essere sicuro di avere accesso ai suoi file in qualsiasi momento.
Per questo vengono utilizzati server di riserva. Memorizzano, per quanto strano possa sembrare, copie di copie dei tuoi dati. E gli originali sono sul tuo computer o smartphone. Durante la manutenzione, i server vengono spenti in una sequenza tale che sia sempre disponibile almeno una copia dei dati.
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Alimentazione di riserva
Nei cloud storage, gli ingegneri connettono i server in modo tale che gli utenti, ancora una volta, abbiano sempre accesso ai file, anche in caso di interruzione della corrente.
Per garantire un accesso ininterrotto, vengono utilizzati generatori elettrici autonomi, in grado di fornire un tempo di funzionamento molto lungo.
Codifica dei dati
Per motivi di sicurezza e per prevenire accessi non autorizzati, tutti i dati caricati nel cloud vengono crittografati utilizzando un sofisticato algoritmo di crittografia. È possibile accedere a tali dati solo utilizzando una chiave di crittografia che solo l’utente dispone.
Lo stesso cloud storage rientra in tre categorie: Infrastructure as a Service (IaaS) – una situazione in cui grandi attori come Amazon e Google affittano la loro capacità hardware ad altre aziende; Platform as a service (PaaS) – la quantità di spazio online in cui gli sviluppatori creano applicazioni per varie categorie di utenti; Software as a Service (SaaS) – quando gli utenti utilizzano il software per accedere al cloud tramite Internet.
Per esempio, hai deciso di caricare un’altra serie di foto delle vacanze nella cloud. Dopo aver aperto il client mobile, basta selezionare le immagini per la sincronizzazione e premere “Download”.
Una richiesta viene inviata da uno smartphone via Internet all’hub di controllo del server cloud. Questo server viene anche chiamato “server di distribuzione” o server MasterMind. Server MasterMind è responsabile dell’elaborazione della tua richiesta e dell’invio dei file all’indirizzo esatto, quindi direttamente alla cartella che ti appartiene.
Dopo aver verificato che sei un utente registrato, l’hub segnala di crittografare i file che invia, dopodiché iniziano a caricare i file su specifici cluster di archiviazione condivisa associati al tuo account.
Allo stesso tempo, l’hub calcola lo spazio su disco disponibile e residuo che puoi utilizzare secondo i termini del tuo piano tariffario. Durante il download i file vengono ridistribuiti tra i server e copiati nell’archivio di backup. Cioè, in parallelo, il caricamento viene eseguito su più unità per il backup istantaneo.
Controversie su proprietà dei dati
Senza dubbio l’archiviazione cloud è conveniente. Hai accesso a gigabyte di informazioni da qualsiasi parte del mondo. E tutto ciò di cui hai bisogno per accedere è un account e Internet. Nessun disco portatile e nessuna paura per la sicurezza delle informazioni durante il trasporto dell’unità.
Ma a parte la comodità, davvero tutto è così chiaro e semplice? Molti utenti sono dubbiosi e si pongono diverse domande prima di iniziare ad utilizzare i servizi cloud.
Due domande fondamentali sono: “Chi possiede i dati scaricati, l’utente o l’azienda che fornisce lo spazio cloud?”. “Cosa succede ai dati se l’utente decide di dire addio al servizio di archiviazione?”.
Possiamo fidarci?
Praticamente, i tuoi dati possono essere archiviati su server che si trovano in un’ampia varietà di paesi e continenti. Tutto dipende da dove il provider cloud localizza i propri data center. Dato che i server sono di proprietà di una società specifica, anche i vostri dati possono diventare di sua proprietà.
Non mi credete? Allora basta ricordare un estratto del contratto di licenza di Google Drive di qualche anno fa:
“Caricando o aggiungendo in altro modo materiale ai nostri Servizi, ci concede una licenza mondiale che ci consente di utilizzare, pubblicare, archiviare, riprodurre, modificare, creare opere derivate, condividere, pubblicare, riprodurre il contenuto, visualizzare e distribuire.”
In seguito il testo delle licenze di servizio di alcune delle compagnie più importanti come Apple o Google hanno subito le modifiche:
“Google Drive consente di caricare, inviare, memorizzare e ricevere contenuti. Come descritto nei Termini di servizio di Google, i contenuti rimangono di proprietà dell’utente. Non rivendichiamo la proprietà di alcuno dei contenuti dell’utente, inclusi testo, dati, informazioni e file caricati, condivisi o archiviati nel suo account Drive. I Termini di servizio di Google concedono a Google una licenza con finalità limitata a gestire e migliorare i servizi di Google Drive, in modo tale che, se l’utente decide di condividere un documento con un’altra persona o se vuole aprirlo su un dispositivo diverso, siamo in grado di fornire tale funzionalità. (…) Possiamo esaminare i contenuti per determinare se sono illegali o violano le nostre Norme del programma e possiamo rimuovere o rifiutarci di mostrare i contenuti se riteniamo ragionevolmente che violino le nostre norme o la legge. Ciò non significa necessariamente che esaminiamo i contenuti, né lo si potrà presumere.”
Fidarsi bene, ma…
Solo Apple, Google e un paio di altre aziende si sono prese la briga di aggiornare le licenze nel rispetto della privacy e proprietà intellettuale.
Nella maggior parte dei servizi di archiviazione, i termini di utilizzo suonano come se ti stessero avvertendo: “Tutto ciò che hai caricato sui nostri server ora appartiene a noi“. Cioè, i file sono ancora tuoi, ma il servizio cloud può fare quello che vuole con essi.
Questa informazione è chiaramente un motivo di riflessione sulla sicurezza di memorizzazione di dati molto importanti e segreti su queste “nuvole”.
Domandandoti se si può fidarsi, cerca di ricordare come ti comporti di solito durante l’installazione delle client desktop come Dropbox, Google Drive, iCloud e altri.
Nel momento in cui hai selezionato la casella e hai fatto clic sul pulsante “Accetto“, hai letto una dozzina di pagine di testo con i “Termini di servizio“?
Il 95% degli utenti non lo fa. Certo, se non hai nulla da nascondere, allora non c’è nulla di cui preoccuparsi. Adesso che sai cos’è Cloud e dove si trova, almeno in teoria, potrai decidere come archiviare i tuoi file. L’importante è scegliere consapevolmente il servizio di archiviazione, leggere sempre i termini di servizio e ricordare di non memorizzare nelle “nuvole” le informazioni importanti per non doversi preoccupare della sicurezza dei dati.
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